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El Raval, da quartiere operaio a centro alternativo di Barcellona

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foto copertina di Alexander Johmann via flickr

Per più di un secolo, El Raval è stato uno dei quartieri più problematici di Barcellona, nonostante si trovi nel cuore della città. Dopo una lunga e attenta riqualificazione, è “risorto”: musei, centri culturali, locali, ristoranti… È vivace e frizzante. Va visitato, perché offre uno spaccato della “Barcellona reale e alternativa”.

Cosa fare a El Raval

El Raval è il quartiere di Barcellona delimitato da La Rambla, Carrer Pelai, la Ronda Sant Antoni, Ronda Sant Pere e il Paral·lel.

È uno dei quartieri della città che trasuda fatica e sudore. È perfetto per vedere una Barcellona alternativa, lontana dagli arzigogolii di MACB: Museu d’Art Contemporania de Barcelona e dagli sfarzi del turismo di massa. Qui le strade sono strette, talvolta soffocanti, buie. Si respira un’anima operaia, umile. Passeggiare per le vie è, di per sé, un’esperienza unica.

Rambla de Raval, la via con "El Gat" 

È la via più interessante, e centrale, dell’intero Raval. Si distacca dal resto dell’area: è spaziosa, luminosa, molto più simile a una piazza che a una strada.

È una delle ramblas più nuove di Barcellona, progettata proprio per rilanciare il circondario. Inaugurata nel 2000, accoglie i bar più interessanti, i ristoranti più rinomati e i punti d’incontro più conosciuti.

Il simbolo della Rambla de Raval è il famoso monumento a El Gat (il Gatto) di Fernando Botero: una grossa scultura raffigurante un felino posta in una delle tante zone pedonali. Di altra natura è l’altrettanto caratteristica chiesa di Sant Pau del Camp.

Se capiterete da queste parti durante il weekend, avrete la fortuna di imbattervi nel mercatino all’aperto, Mercat Raval, che ogni sabato e domenica, dalle 11 alle 23, colora la via. Qui troverete di tutto: dalla gioielleria ai vestiti, da oggetti di design agli accessori e i soprammobili.

El Raval tra arte e cultura

El Raval è rinato grazie, soprattutto, all’arte. Tante le gallerie, gli studi e i laboratori. Non solo: qui si trovano importanti centri culturali e musei.

Il Centre de Cultura Contemporania de Barcelona (CCCB) fu aperto nel 1994. È ospitato dall’edificio che fu un monastero medievale e, poi, un ospizio. Della vecchia struttura rimane, però, solo una parte: il resto è stato ricostruito in chiave moderna. Ospita mostre di tutti i tipi, eventi, iniziative, corsi ecc… Un punto di riferimento a 360°.

Vicino al CCCB, sorge il MACBA: Museu d’Art Contemporania de Barcelona. Inaugurato nel 1995, meta per tutti gli appassionati d’arte. Perlopiù, i più esperti. Infatti, molte esposizioni sono poco adatte a chi non è preparato sull’arte contemporanea.

Ciò non toglie che vada visto: l’edificio, minimalista e futurista, è un capolavoro; la stupenda libreria è perfetta anche per un’idea regalo fuori dal comune.

Il Gran Teatre del Liceu è uno dei luoghi più vivi di El Raval. E’ un teatro che fa sempre, o quasi, il tutto esaurito, attivo dal 1847. Ampio, sontuoso con i suoi velluti rossi e le decorazioni dorate, sempre “sul pezzo”: attira molti locali e strizza l’occhio anche agli stranieri. Infatti, è stato dotato di poltroncine con schermo per i sottotitoli, in diverse lingue. Potete assistere a recite, concerti e spettacoli per bambini.

Le attrazioni culturali e artistiche del quartiere continuano: potrete passeggiare tra le navi, i vascelli e tutte le altre chicche del Museu Maritim de Barcelona; oppure godervi una mostra fotografica, cinematografica o letteraria al Virreina Image Centre; infine, spostarvi verso la Rambla, tra le tre sale espositive dell’Arts Santa Monica.

La frizzante vita notturna nei locali di El Raval

Come accennato, El Raval è molto frizzante nelle ore notturne. È ricco di bar e locali perfetti per godersi un po’ di movida.

Se non siete in vena di musica alta e chiasso, ecco due posti che fanno per voi. Il Pesca Salada, in Carrer de la Cera, è un accogliente bar ospitato dagli spazi di un’ex pescheria. Ha mantenuto il tema marittimo ed è specializzato in cocktails a base di gin.

Il London Bar, invece, si trova in Nou de la Rambla. Lo stile richiama la vecchia Gran Bretagna, ed è adatto a chi vuole rilassarsi bevendo qualcosa di pesante, tipo assenzio.

Ben più eccitante, anche solo alla vista, il Piscis: bar dal look decisamente kitsch in Joaquin Costa 39. Graffiti, figurine, poster, quadri, tende di velluto: un’insolita abbondanza di colori e oggetti. Con 40 radio che sparano musica a tutto volume. Strano, e non poco, ma da provare.

Musica alta anche al Cassette Bar, ma senza tutte quelle stravaganze. C’è un dj che mette musica elettronica, ed è un bar conosciuto per il suo stile hippy anni Settanta. Qualcosa di diverso, per una serata divertente. Si trova in Carrer de l’Est.

Dove mangiare a El Raval: ristoranti noti e cucina tradizionale

A El Raval si può mangiare bene senza spendere molto. Anche i ristoranti più rinomati, infatti, hanno prezzi contenuti.

Il Dos Palillos, in Carrer d’Elisabets, è il più caro. Ma ha una stella Michelin. Ottenuta grazie al genio dello chef Albert Raurich, capace di avvicinare i sapori asiatici alle tipiche tapas spagnole. Si sta in piedi perché non ci sono tavoli, si beve un bicchiere di vino e si gustano le fenomenali Asian tapas.

Se siete appassionati dei romanzi di Vazquez Montalban, dovete mangiare al Can Lluis in Carrer de la Cera. In questo accogliente e soddisfacente ristorante, infatti, viene servito L’olleta d’Alcoi: uno dei piatti preferiti del famoso personaggio letterario Pepe Carvalho.

Il L de Flor, in Carrere de les Carretes, vi proporrrà un tour culinario del mediterraneo: Spagna, Francia e Italia. Mentre il B-Lounge, che si trova nella Rambla, vi porterà ancora più lontano: menù fusion con influenze da tutto il mondo.

Più tradizionale e locale il Rincon de Aragon. Come facilmente intuibile, specialità iberiche: agnello, capretto, ottimo vino rosso. In Carrer del Carme.

Shopping: botteghe, boutique e negozi vintage

El Raval è “Barcellona alternativa”. Dunque, non troverete mai le grandi firme o centri commerciali. Piuttosto, piccole botteghe o boutique con prodotti di qualità, spesso fatti a mano.

Già detto del Mercat Raval, ecco qualche altro consiglio. Il vintage va molto. Tutto ciò che è tipico della moda di un tempo, ma è stato rivalutato e rimesso a nuovo.

  • Lo Chandal è un vero salto nel passato: oggetti di un tempo, vestiti pop che ci faranno tornare bambini, polaroid ormai introvabili, walkman… Un momento revival, in Carrer de l’Allada Vermell. 

  • E poi c’è l’Holala!, in Placa de Castella: da sempre, un punto di riferimento per gli amanti del genere. L’arredamento di recupero, di origine industriale, fa da cornice a vestiti, libri, riviste e accessori provenienti da Francia e Stati Uniti.

  • Più attuale, La Varieté: boutique di Carrer del Pintor-Fortuny che espone abbigliamento e oggettistica made in Bangkok. Alta qualità e sapienza artigianale, in un’atmosfera rilassata e accogliente.

  • Come quella di Les Topettes: profumeria con una cura maniacale per il dettaglio: essenze, cremi e altri prodotti di bellezza sono esposti quasi come ci si trovasse in un museo. In Carre de Joaquin Costa.

Un passato difficile

Questa è un’area dalla storia controversa e complicata, che ha cercato di risollevarsi negli ultimi anni.

Nasce a metà Ottocento come zona industriale e di immigrazione. La parte vicina al porto, inoltre, è sempre stata famosa per essere il distretto a luci rosse della città, tra bordelli e prostituzione. Ha avuto un passato turbolento, tra delinquenza e disordine sociale. Problemi dovuti anche al sovraffollamento abitativo, continuato sino a quando le mura delle città non sono state abbattute, verso la fine del Novecento. Il Governo ha cercato in tutti i modi di recuperare

El Raval. Nel 1988 ha avviato un imponente progetto di restyling e recupero della zona, investendo fondi per renderla più moderna e sicura.

Missione compiuta? Sì e no. El Raval è ormai un quartiere vivace, vissuto e affascinante. Ospita molti artisti, caffè, negozi e punti di interesse. Tuttavia, alcune vie non sono del tutto sicure ed è meglio prestare un minimo di attenzione.

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